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Dal punto pi basso della luce

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La Madonna velata di Giovanni Strazza, 1850 ca.

 

Dal punto più basso della luce

sorge il mio segno con il muso in alto -

dove la luce è fuori -

mentre di pesce affonda

la coda

nel mare del solstizio interno -

e lì riposa.

Poi è silenzio nella neve,

nocche gli zoccoli

indurite

dal passo del destino -

infanzia solitaria 

di orfano nel mito.

Così sia luce, epifanèia -

mia phos,

mia luce di bambina.

Manifestato il tempo del divino,

di tutto 

sapere ancora tutto -

"apo calypso", sogno

di un disvelato velo.  

 

 

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 cristina bizzarri - 08/01/2018 20:12:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Grazie infinite e ... in ritardo, per vostri graditissimi commenti, tutti sentiti col cuore e profondi. Come non dire ad Arcangelo, in particolare, che il suo è un vero e proprio studio - accurato e profondissimo - sia del segno zodiacale di cui non conoscevo alcuni aspetti da lui descritti, che della mia poesia! Complimenti, sei un vero poeta-studioso!

 cristina bizzarri - 08/01/2018 20:11:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Grazie infinite e ... in ritardo, per vostri graditissimi commenti, tutti sentiti col cuore e profondi. Come non dire ad Arcangelo, in particolare, che il suo è un vero e proprio studio - accurato e profondissimo - sia del segno zodiacale di cui non conoscevo alcuni aspetti da lui descritti, che della mia poesia! Complimenti, sei un vero poeta-studioso!

 cristina bizzarri - 08/01/2018 20:11:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Grazie infinite e ... in ritardo, per vostri graditissimi commenti, tutti sentiti col cuore e profondi. Come non dire ad Arcangelo, in particolare, che il suo è un vero e proprio studio - accurato e profondissimo - sia del segno zodiacale di cui non conoscevo alcuni aspetti da lui descritti, che della mia poesia! Complimenti, sei un vero poeta-studioso!

 Arcangelo Galante - 07/01/2018 21:23:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Una delicata lirica che emana un proprio fulgore, nel dipanare ogni caratteristica meravigliosa, nonché simbolica del Capricorno, dinanzi all’osservazione di quella luce che abbraccia l’anima di questo segno, avvolgendo la vista intera del lettore.
Descrizioni poetiche, suggestive e romantiche, ben calzano ogni aspetto morfologico dell’animale, un caprone con la coda di pesce, il quale “affonda la coda nel mare del solstizio interno”, al periodo che, all’incirca, va dal 22 Dicembre al 20 Gennaio.
“Nocche gli zoccoli indurite dal passo del destino” raccontano gli attributi di un riconoscimento strutturale, legati al mito che lo plasmò nella sua conosciuta immagine.
Da qui si evince la duplice natura dell’essere: la parte superiore, che rappresenta l’ambizione e il desio di raggiungere ogni prefissato obiettivo, mentre, quella inferiore, si contrappone all’animale, giacché protende a quella spirituale e sacrificale.
Ad esso sono legati alcuni miti: c’è quello di Zeus che, per onorare la capra Amaltea, sua nutrice, la trasformò nella costellazione del Capricorno e vi è quello di Pan, che si trastullava sulle rive del Nilo con alcuni compagni, quando comparve il dio Tifone intenzionato a divorarli. Per salvarsi, Pan si tramutò in capra, ma non sembrandogli l’idea abbastanza sicura, si gettò nell’acqua per trasformarsi in pesce, ma, essendo però il fondale basso, la parte non coperta dall’acqua rimase capra. Per punire la sua vigliaccheria, Zeus lo condannò a restare in eterno sotto le spoglie assunte nel momento del pericolo.
Il testo si avvia, dopo tali riferimenti astrologici, al senso della manifestazione di quella luce trattenuta nel segno, e l’autrice adopera il confacente termine greco per esprimere l’esaltazione di tale luminosità: phos la cui radice corrisponde a quella del verbo phainō, che significa mostrare, ossia rendere manifesto.
Il termine greco phos, originariamente, non indica solamente la luce come mezzo per vedere, ma pure la luce che emana la verità, raggiunta tramite la conoscenza.
E tutto questo, completa il valore della pubblicazione, regalando un senso di leggerezza al cuore.
Opera davvero assai gradita!

 Rinaldo Rivarola - 06/01/2018 12:09:00 [ leggi altri commenti di Rinaldo Rivarola » ]

Molto bella, rivelatrice. Grazie

 Ferdinando Battaglia - 06/01/2018 10:12:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Leggere una poesia e non comprenderà, eppure tornare da quella lettura con la forte impressione di aver letto non solo una poesia ben scritta ma pure una bella poesia. Credo non vi sia stata, per me, oggi, migliore introduzione alla festività odierna.

P.S. Nessun testo può venire subito compreso, sia perché la parola è inesauribile (Valéry) sia perché quando di una certa qualità richiede più letture. I classici una continua rilettura.

 Giuliana Campisi - 06/01/2018 10:03:00 [ leggi altri commenti di Giuliana Campisi » ]

Luce divina, come questi versi. Un affettuoso saluto

 Laura Turra - 06/01/2018 06:09:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

È tempo di rinascita. Epifanie, rivelazioni: quella divina e quella della natura che ricomincia a vedere luce, a sapere di nuovo tutto di tutto. Molto bella, Cristina. Poi quei chiari riferimenti al segno zodiacale della tua nascita mi portano ad augurarti anche un felice e luminoso compleanno!

 Franco Bonvini - 05/01/2018 23:25:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Bella, molto.

 Alberto Becca - 05/01/2018 21:16:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Nell’ eterno contrasto in cui è immersa la vita umana (luce/buio) si intravede (si svela) la impari e atavica lotta (fra il bene e il male, fra giustizia e ingiustizia, fra odio e amore); il testo si "sposa" completamente e mirabilmente con la figura, tanto da divenirne un tutt’ uno, estatico e sognante, ma al tempo stesso marmoreo e incorruttibile. A dimostrazione (sonora e visiva) che l’ arte non ha confini e che le abituali categorie(poesia, scultura, musica) sono fittizie forzature.

 Amina Narimi - 05/01/2018 20:07:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

stordita dalla tua bellezza...ora è davvero epifanèia, apo calypso

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